Trattamenti ambulatoriali integrati

Le dipendenze sono condizioni cliniche complesse in cui una persona sviluppa una relazione disfunzionale e spesso compulsiva con una sostanza (come alcol, cannabis, cocaina, psicofarmaci, ecc.) oppure con un comportamento (come gioco d’azzardo, uso di internet e social, pornografia, shopping, attività fisica, lavoro o cibo).

Si tratta di situazioni che comportano una progressiva perdita di controllo, un impatto significativo sulla vita affettiva, lavorativa e sociale, e una crescente difficoltà nel farne a meno nonostante le conseguenze negative. Spesso sono presenti anche disturbi dell’umore, ansia, difficoltà relazionali, traumi non elaborati o disturbi della personalità.

Quali dipendenze trattiamo in ambito ambulatoriale

In ambito privato ambulatoriale, possiamo prendere in carico situazioni di dipendenza in fase non acuta o non medicalmente complicata, ovvero:

• Abuso e uso problematico di sostanze psicoattive (alcol, cannabis, cocaina, psicofarmaci assunti senza indicazione o in modo improprio), in assenza di gravi crisi di astinenza o complicanze mediche urgenti;

• Percorsi di mantenimento e monitoraggio in soggetti già stabilizzati o in uscita da percorsi residenziali o da trattamenti presso i servizi pubblici per le dipendenze;

• Dipendenze comportamentali, come:

  • gioco d’azzardo patologico;

  • dipendenza da pornografia o sesso;

  • uso compulsivo di smartphone, videogiochi, social network;

  • dipendenza da lavoro o da attività sportiva estrema;

  • shopping compulsivo;

  • relazioni affettive disfunzionali e dinamiche di dipendenza emotiva.

Nei casi più complessi, in fase acuta o ad alto rischio, proponiamo un invio o un affiancamento ai servizi pubblici per le dipendenze (Ser.D) o a strutture residenziali dedicate, mantenendo — quando possibile — un ruolo di coordinamento clinico o di supporto integrato.

Il nostro approccio

Anche in questo ambito lavoriamo in équipe multidisciplinare, con percorsi che prevedono:

• valutazione e trattamento psichiatrico, inclusa la gestione farmacologica nei casi indicati;

• psicoterapia individuale, orientata alla comprensione dei meccanismi sottostanti, alla regolazione emotiva e alla prevenzione delle ricadute;

• coinvolgimento del nutrizionista, nei casi in cui il comportamento compulsivo riguardi il cibo o si accompagni a disregolazioni alimentari;

• lavoro in rete, quando necessario, con familiari, servizi pubblici, comunità terapeutiche o medici curanti.

L’obiettivo è costruire percorsi personalizzati, realistici e sostenibili, che aiutino la persona a uscire da dinamiche disfunzionali e a recuperare progressivamente autonomia, consapevolezza e qualità della vita.