

DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO (ASD) NELL’ADULTO
DIAGNOSI E VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE
Il Disturbo dello Spettro Autistico è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da difficoltà persistenti nella comunicazione sociale e da pattern di interessi o comportamenti ristretti e ripetitivi. Sebbene venga tradizionalmente identificato in età infantile, sempre più adulti arrivano alla diagnosi dopo anni di difficoltà non riconosciute, spesso avendo sviluppato strategie compensatorie sofisticate.
Negli adulti, le manifestazioni possono differire rispetto a quelle tipiche dell’infanzia. È frequente osservare:
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difficoltà a comprendere sottintesi, sfumature sociali o dinamiche interpersonali complesse
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sensazione di “fatica sociale”, intensa stanchezza dopo interazioni prolungate
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interessi specifici molto intensi, che diventano fonte di competenza ma anche di rigidità
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difficoltà nella gestione del cambiamento o nella pianificazione
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pattern sensoriali marcati: ipersensibilità o iposensibilità a suoni, luci, consistenze
Molte persone riferiscono di aver mascherato a lungo i propri tratti (camouflaging), adattandosi agli ambienti sociali a costo di grande sforzo, con il rischio di burnout autistico, ansia o depressione associate.
Negli ultimi anni la ricerca ha evidenziato che l’autismo non va inteso come una condizione uniforme, ma come uno spettro di modalità di funzionamento, influenzate da fattori genetici, neurobiologici e ambientali.
Alcuni aspetti rilevanti:
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L’autismo non è una malattia, ma una differenza neurologica stabile nel tempo.
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Può coesistere con elevati livelli di competenze cognitive, creative o analitiche.
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La variabilità individuale è molto ampia: ogni persona autistica presenta un profilo unico.
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Le difficoltà sociali spesso derivano più dalle richieste dell’ambiente che da deficit interni.
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Il camouflaging può portare a burnout, stress cronico e problemi di salute mentale.
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La diagnosi tardiva è frequente, soprattutto nelle donne e nelle persone con profili meno visibili.
Ricevere una valutazione accurata permette di comprendere meglio il proprio funzionamento, ridurre la confusione accumulata negli anni, ridurre il senso di inadeguatezza e accedere ai supporti adeguati.
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Il percorso diagnostico per la valutazione
dello spettro autistico
La diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico richiede una valutazione multidimensionale e un lavoro di équipe. Il nostro percorso segue un protocollo strutturato, suddiviso in più step, che integra strumenti riconosciuti a livello internazionale.
1. Valutazione di screening negli adulti
Somministrazione del RAADS-R, un questionario di screening validato per l’identificazione di tratti autistici in età adulta.
2. Colloqui clinici anamnestici strutturati
Colloqui con la persona, orientati a ricostruire la storia di sviluppo, il funzionamento sociale, comunicativo, sensoriale ed emotivo.
3. Colloquio con i familiari tramite ADI-R
Quando possibile, viene condotto il colloquio ADI-R, intervista approfondita sulla storia evolutiva, fondamentale per la diagnosi secondo i criteri validati.
4. Valutazione cognitiva
Esplorazione del profilo cognitivo tramite test standardizzati: utile per comprendere punti di forza, eventuali discrepanze interne e caratteristiche del funzionamento esecutivo.
5. ADOS-2
Osservazione attraverso l'ADOS-2, considerato gold standard internazionale per l’osservazione diretta dei comportamenti legati allo spettro autistico.
6. Visita psichiatrica o di neuropsichiatria infantile
Viene effettuata una valutazione da parte di uno psichiatra o di un neuropsichiatra infantile, a seconda dell'età del soggetto, per:
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valutazione complessiva del quadro clinico
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eventuali comorbidità (ansia, depressione, ADHD, difficoltà sensoriali, burnout)
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integrazione dei dati diagnostici
7. Coordinamento in équipe
Tutti i professionisti coinvolti condividono i risultati delle diverse fasi, integrando dati clinici, osservativi e testistici per una diagnosi accurata e rigorosa.
8. Restituzione e relazione diagnostica
Incontro di restituzione con spiegazione dettagliata del profilo di funzionamento, della diagnosi (o non diagnosi), delle evidenze emerse e delle proposte di supporto.
Viene fornita una relazione diagnostica completa,

